A fine stagione è tempo di pensare alla protezione delle colture frutticole dalla penetrazione di funghi all’interno delle piante attraverso ferite dovute potatura, raccolta meccanizzata o eventi atmosferici. Il rame entra in gioco e la scelta dei formulati ne determina l’efficacia. La proposta di Chimiberg e dei suoi “TBCS Inside”
Da lungo tempo il Rame trova impiego in agricoltura per la sua attività fungicida, che tuttavia si associa ad alcune criticità, a causa della quali l’Unione Europea ne ha regolamentato le dosi, tanto in integrato quanto in biologico (Regolamento UE 1981/2018). Nonostante questo, il Rame risulta ancora uno dei pilastri della difesa da numerose, temutissime malattie fungine che colpiscono le coltivazioni.
Pro e contro dell’uso del rame in agricoltura
L’uso del Rame per la protezione delle colture presenta indubbi vantaggi, tra cui l’ampio spettro d’azione. Esplica infatti un’azione principale su Peronospore, Cercosporiosi, Septoriosi, Cancri delle Pomacee, Ticchiolatura, Bolla, Corineo e Cicloconio dell’Olivo; un’azione secondaria su Ruggini, Alternariosi, Stemfiliosi, Fusicocco e Citospora; una collaterale su Moniliosi, Oidio e Botrite; e infine un’azione di contenimento su diverse batteriosi.
Altro vantaggio è il rischio nullo di insorgenza di resistenze, legato alla sua azione non specifica (multisito) a livello della membrana cellulare e all’interno della cellula, motivo per cui i prodotti a base di rame sono ideali per l’inserimento in strategie di protezione antiresistenza). Infine, il suo impiego è ammesso in agricoltura biologica, che anzi per lungo tempo ne ha fatto quasi una “bandiera”.
Per contro, alcuni composti rameici possono dar luogo a fenomeni di fitotossicità su alcune colture se impiegati senza le dovute precauzioni. Inoltre, a seguito di trattamenti ripetuti nel tempo, il rame può accumularsi nei terreni coltivati, esplicare effetti tossici sulla microfauna del suolo e pertanto ridurne la biodiversità.
Come agisce il Rame sui funghi patogeni?
Tutti i prodotti a base di rame impiegati in agricoltura (Idrossido di rame, Ossicloruro di rame, Ossido rameoso, Poltiglia bordolese e Solfato tribasico di rame) devono la loro efficacia allo ione Cu2+, che ha effetto tossico sulle spore di numerosi funghi fitopatogeni.
La difesa con prodotti a base di rame, tutti classificabili come prodotti di copertura, è dunque di tipo preventivo e l’efficacia del trattamento dipende dal fatto che nel momento in cui le spore del fungo patogeno germinano esse abbiano a disposizione, nel velo liquido che copre la vegetazione, sufficienti quantitativi di ioni Rame da assorbire. La solubilizzazione di tali ioni dipende sia dal formulato distribuito, sia dalle condizioni ambientali in cui si effettua il trattamento (umidità, intensità radiativa, etc.). La rapida liberazione di ioni rame favorirà la prontezza d’azione, una liberazione più lenta nel tempo favorirà la persistenza.
Da questo punto di vista, i prodotti a base di Rame presentano caratteristiche diverse: se l’Idrossido spicca per la sua prontezza d’azione, la Poltiglia bordolese invece è caratterizzata da minor prontezza e maggior persistenza. E ancora, nel Solfato Tribasico parte del Rame è rapidamente biodisponibile, mentre un’altra parte si solubilizza più lentamente.
Perché parlare di rame a fine estate?
Nel corso del periodo autunno-invernale, a partire dalla caduta delle prime foglie, è importante impostare una corretta difesa per le piante frutticole (pomacee, drupacee, agrumi, actinidia, frutta a guscio) e per l’olivo, nei confronti delle principali avversità fungine e batteriche. I trattamenti tempestivi, eseguiti in prossimità temporale di eventi avversi come ferite causate dalle raccolte meccanizzate, potature ed eventi meteorologici avversi, possono limitare lo sviluppo di malattie che si palesano molto spesso soltanto nei mesi successivi.
Di fondamentale importanza risulta la scelta del corretto sale cuprico e l’impiego di prodotti rameici caratterizzati da un’ottimale formulazione, che ne condiziona fortemente l’efficacia.
TBCS + SC = formula vincente
La pluriennale esperienza di Chimiberg, marchio di Diachem SpA, nel segmento dei formulati rameici testimonia che il sale che realizza il miglior compromesso tra prontezza, persistenza d’azione e selettività sulle colture è il Solfato Tribasico di Rame (o TBCS dall'inglese TriBasic Copper Sulphate), ottenuto dalla reazione tra solfato di rame e ammonio idrossido, per dare una soluzione a pH neutro.
Il Solfato Tribasico di Rame è contenuto in molti prodotti a marchio Chimiberg, facenti parte del gruppo “TBCS Inside”. Tra questi ricordiamo IDRORAME FLOW, IDRORAME 193, KING, KING 360 HP, KOP-TWIN, CUMETA FLOW, QUASAR R FLOW, MIDAURIL R FLOW e RIFLE 3-18 R.
Oltre alla presenza di Solfato Tribasico di Rame, l’altro punto forte dei TBCS Inside di Chimiberg è l’elevata qualità della formulazione. Si tratta di prodotti flowable, ovvero di sospensioni concentrate a base acqua, in cui la sostanza attiva (di per sé insolubile in acqua) presenta un’elevata micronizzazione ottenuta tramite macinatura con mulini costituiti da sfere di ossido di Zirconio che, attraverso un rotore, esercitano un’azione meccanica sui cristalli di sostanza attiva, riducendoli fino a dimensioni di alcuni micrometri.
La sospensione in acqua della sostanza attiva così finemente micronizzata offre una lunga serie di vantaggi, tra cui l’elevata sospendibilità (le fasi della sospensione non si separano nel tempo), l’uniformità di copertura, la massima adesività alla vegetazione trattata, l’elevata sicurezza d’uso per l’operatore (grazie all’assenza di polveri, di liquidi infiammabili e di odori), la non aggressività nei confronti delle parti meccaniche dei macchinari di distribuzione.
I prodotti Chimiberg TBCS Inside in formulazione flowable sono sinonimo di tecnologia avanzata, efficacia nei confronti dei patogeni e salvaguardia della salute di chi opera in agricoltura.